L’Abruzzo racconta di tradizioni antiche nell’arte della pasta. Molti dei formati hanno preso il nome proprio degli strumenti utilizzati per la produzione.
Ne è un esempio, il “rintrocilo“, un attrezzo appunto con cui si fa una pasta di farina acqua e sale, senza l’utilizzo di uova.
È una pasta che, se vogliamo, nasce dal felice incontro tra la tradizione contadina con quella della pastorizia. La sua realizzazione, infatti, è particolarmente legata al periodo della transumanza, fatto da cui deriva la diffusione proprio in quei territori maggiormente interessati dal passaggio degli armenti, lungo il Tratturo Magno. Il rintrocilo è, quindi, un piatto legato in particolare alle zone del lancianese.
Il nome, ritntrocilo appunto, deriva dal particolare matterello dentellato che si usa per preparare questo formato di pasta.
Non lasciatevi ingannare dall’aspetto molto simile alla chitarra. Il vostro palato scoprirà la differenza.
“Lu” rintrocilo è condito con un sugo di castrato e maiale, abbondante peperoncino rosso e formaggio pecorino stagionato, grattugiato al momento.
Ingredienti per il rintrocilo
- gr 400 di farina di grano duro
- un pizzico di sale
- acqua qb.
Preparazione
Formare una fontana di farina e aggiungere un pizzico di sale, versare l’acqua un po’ alla volta fino a quando l’impasto diventa morbido. Impastare il composto finché la massa diventa liscia e omogenea.
Stendere la sfoglia e iniziare a tagliarla con il matterello scanalato (rintrocilo).
La pasta del rintrocilo va lessata in abbondante acqua salata e scolata al dente.
Si può servire con due versioni di sugo: versione di mare (sugo di pelosi, un tipo di granchio, ndr) e versione di terra (sugo di carni miste).
0 commenti