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La Ratafia, l’elisir d’Abruzzo

La Ratafia, l’elisir d’Abruzzo

da | Gen 1, 2024 | Enogastronomia, Tipicità, Vini | 0 commenti

PAX RATA FIAT”: questo sancivano in passato gli ambasciatori al raggiungimento di un accordo che di solito avveniva durante un banchetto, alla fine del quale si serviva un liquore a base di frutta.

Anche nella tradizione popolare abruzzese, i notai pronunciavano la frase “Pacta rata fiat” alla conclusione di una stipula di un atto. Già nel 1868, lo scrittore teramano Alessio de Berardinis (“Ricordi sulla maniera di manifatturare vini e liquori”) faceva derivare il nome della RATAFIA legandolo a questa antica pratica.

Gabriele D’Annunzio lo definiva “l’Elisir d’Abruzzo”, decantandone le caratteristiche afrodisiache da attribuire alla dolcezza del gusto ed alla forza della gradazione alcolica.

Sta di fatto che la Ratafia abruzzese (o Ratafiat o Ratafià) a base di amarene, sia uno dei liquori più conosciuti ed apprezzati e che sia diffusissima anche la sua produzione casalinga in tutta la nostra regione. Generalmente, si consuma a fine pasto abbinandolo ai dolci e viene servito freddo.

Visto che siamo nel periodo di raccolta delle amarene, vi proponiamo la ricetta base se volete dilettarvi nella sua realizzazione.

Ricetta base della Ratafia per kg 1 di amarene

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  • Amarene kg. 1
  • Un buon Vino Montepulciano d’Abruzzo lt. 1
  • Cannella 1 stecca
  • Zucchero 300 gr.
  • Alcool 300 gr

(Dosi variabili in base alle quantità)

Lavare le amarene, asciugarle e privarle del nocciolo.

Porre le amarene dentro un boccione di vetro con imboccatura larga aggiungendo il vino e la cannella.

Lasciare macerare il composto esponendo il contenitore al sole per 40 giorni.

Successivamente, filtrare il liquido con una garza; aggiungere lo zucchero mescolando bene per farlo sciogliere e completare unendo l’alcool.

Lasciare riposare un giorno e procedere all’imbottigliamento del liquore.

La Ratafia va conservata a lungo prima di essere bevuta, l’invecchiamento ne amplifica la bontà. Vi consigliamo di non consumarla prima di tre o quattro mesi. Siate pazienti. Il gusto eccezionale vi ripagherà dello sforzo.

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