I tratturi e la transumanza in Abruzzo rappresentano la sintesi di una storia antica e moderna. E’ recente la notizia della firma di un protocollo d’intesa tra la regione Abruzzo, Molise e Puglia per la valorizzazione dei Tratturi, sentieri attraverso i quali per millenni si praticava la transumanza e che ancora oggi, anche se in misura minore, si pratica. Strade naturali che venivano attraversate a piedi da uomini per condurre i propri greggi a svernare, dall’Abruzzo al Tavoliere delle Puglie. Evento chiamato la Transumanza appunto.
Questo tipo di allevamento antico era praticato in molte aree del bacino del Mediterraneo. In estate si sfruttavano i pascoli dislocati a quote più elevate sui territori montani mentre d’inverno le greggi venivano trasferite in pianura anche a distanza di centinaia di chilometri. Il viaggio era lungo e durante il cammino attraverso le antiche vie dei trattuti, i pastori transumanti portavano con sé diversi strumenti a dorso di muli ed asini, per difendersi dai pericoli e per procacciarsi i viveri.
Nei brevi momenti di pausa silenzio i pastori affrontavano il silenzio e la solitudine del viaggio intagliando del legno o incidendo i propri pensieri sulle rocce. Oggi restano traccia di queste incisioni lungo i tratturi soprattutto sulla Majella, in cui si trovano un po’ ovunque, a testimonianza della vita pastorale.
Vita dura e difficile quella dei pastori impegnati nella transumanza sui tratturi e spesso la preghiera diventava un momento di conforto. Lungo i tratturi, durante i secoli, sono sorte numerose chiese, importanti non solo dal punto di vista spirituale, ma anche commerciale perché in prossimità di esse si svolgevano dei mercati, o vere e proprie fiere, per la commercializzazione di prodotti artigianali e gastronomici.
Il Regio tratturo L’Aquila-Foggia, chiamato anche Tratturo del Re o Tratturo Magno, con i suoi 244 km è il più lungo tra i tratturi italiani.
Nei tempi di internet le vie dei tratturi in Abruzzo sono soprattutto una meta di vacanza nella bella stagione, per chi ama il contatto con la natura, per chi vuole allontanarsi dalla concitazione della vita quotidiana e vivere, o rivivere, un ambiente incontaminato, immergendosi in luoghi e atmosfere dove il tempo scorre lentamente e dove la fatica del cammino che si conduce permette di apprezzare la bellezza dei paesaggi abruzzesi che si attraversano.
La storia, la tradizione, i luoghi e gli scenari di altri tempi rapiscono l’animo di chi le vive e fanno riscoprire la bellezza della terra d’Abruzzo, da valorizzare con il turismo e grazie al quale anche luoghi di fatica come i tratturi possono diventare affascinanti.
La poesia e i tratturi
Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natìa
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.Ah perché non son io co’ miei pastori?
(Gabriele D’Annunzio, “I Pastori”)
0 commenti