Il cece di Navelli è piccolo, proprio come il borgo stesso in provincia de L’Aquila, che con i suoi 500 abitanti, si trova a circa 700 metri s.l.m., ai piedi di un rilievo che domina l’omonimo altopiano. Ogni anno i campi della stessa piana tornano a colorarsi di un viola tenue, sono i fiori preziosi dello zafferano, ormai famoso in tutta la penisola.
Ma c’è anche un’altra coltura, vecchia di secoli, che pochi contadini hanno saputo mantenere e portare avanti in mezzo a tante difficoltà, quella dei ceci di Navelli, per cui ogni estate, ad agosto, viene organizzata una grande festa in cui le massaie si cimentano nella preparazione di deliziose ricette locali, come i ceci in umido o con lo zafferano. I ceci sono stati a lungo un caposaldo dell’economia di paese e, oltre ad
essere color crema e di piccole dimensioni, hanno una superficie perfettamente liscia; i contadini ne hanno conservato anche una seconda tipologia, ancora più piccola, di colore rosso ruggine e con superficie rugosa; storicamente i primi erano destinati alla vendita, i secondi all’uso familiare. I ceci crescono ad una quota di 700 e 800 metri s.l.m. e in terreni aridi, leggeri, anche pietrosi e senza ristagno d’acqua; a ricordarlo è anche il detto popolare che dice: “alla terra nera non si mettono i ceci”, questo perché i terreni scuri e fertili fanno vegetare prima la pianta ma portano pochi frutti.
Tra marzo e aprile si effettua la semina, che può essere ritardata in base alle temperature stagionali, e la raccolta avviene in estate, tra la fine di luglio e la fine di agosto. Quando le piante sono quasi secche vengono divelte, riunite in “mannelli” che si lasciano asciugare nei campi, mentre negli appezzamenti di dimensioni importanti si effettua la trebbiatura meccanica. La sgranatura è fatta a mano. I ceci rossi hanno una buccia più dura rispetto a quelli bianchi, quindi necessitano di tempi di cottura più lunghi, sono più farinosi, hanno un sapore più intenso e sono particolarmente adatti alla preparazione di zuppe. In Abruzzo i ceci vengono utilizzati per molte preparazioni, ma il piatto di rito, sostanzioso, che riscaldava il corpo e apriva il cenone della Vigilia di Natale era la zuppa di ceci e castagne.
IL PRESIDIO: Nasce per tutelare questa tradizione contadina e coinvolge i pochi produttori rimasti a Navelli e nei borghi limitrofi. Quest’area ormai si sta spopolando da decenni e il processo si è accelerato dal terremoto del 2009. La produzione arriva ai 10 – 15 quintali ad ettaro e proviene solo dai campi che sono stati scelti per questa coltivazione, ben drenati ed esposti al sole. I produttori si sono riuniti e si sono dati un disciplinare di produzione che garantisce la sostenibilità naturale di questa coltivazione. Il loro obiettivo è la valorizzazione del prodotto non solo sul mercato locale ed il recupero gastronomico di questo legume nella ristorazione.
STAGIONALITA’: La raccolta avviene tra la fine di luglio e la fine di agosto.
AREA DI PRODUZIONE: Territorio della Piana di Navelli, provincia de L’Aquila