In passato, il pranzo della domenica in Abruzzo significava solo una cosa: “Maccheroni alla chitarra”.
Se è vero che la bontà del piatto è paragonabile alla perfezione di un’opera melodiosa, la chitarra in questione non è, però, lo strumento musicale costruito da un liutaio.
La “Chitarra” (dall’antico “Carrature”) o “Maccharunare” è, in realtà, un antico attrezzo casalingo costituito da una sorta di telaio in legno di faggio di forma rettangolare, alla cui superficie sono posizionati dei sottili fili di ottone o rame posti tra di loro ad una distanza di 2 mm.
Su queste “corde” viene posizionata la sfoglia (rigorosamente tirata a mano), si passa sopra il matterello con una leggera pressione in modo tale che i fili taglino l’impasto in striscioline di pasta, simili per lunghezza ai più noti spaghetti, ma di spessore quadrato e di consistenza porosa.
Passando poi sopra un dito, “come per suonare un arpeggio”, i maccheroni scendono dentro la cassa della chitarra e sono pronti per essere cotti.
Questo tipo di pasta va cotta rigorosamente al dente e si presta ad essere condita con un ricco sugo rosso di carne mista, il cosiddetto “Ragù Abruzzese”, abbastanza stretto e generalmente realizzato con agnello (o castrato), maiale e vitello.
Il tocco finale è dato dalle “pallottine” (piccole polpettine di carne trita di vitello impastata con uova, parmigiano ed un pizzico di noce moscata) che verranno cotte direttamente dentro il sugo e da una generosa pioggia di pecorino (o parmigiano). A piacere si potrà aggiungere anche del peperoncino.
I Maccheroni alla Chitarra vengono anche definiti “tutt’ove”, perché per l’impasto viene considerato un uovo a persona; la loro bontà dipende anche dalla compattezza e, soprattutto, dalla lunga ed energica lavorazione manuale.
E’ una pasta ricca, fatta con ingredienti genuini: chi vive in Abruzzo ha ancora la possibilità di reperire le materie prime dai contadini. Il cosiddetto “km zero” è un concetto moderno per la maggior parte delle persone, per gli Abruzzesi una naturale condizione.
Ah…. che fortuna poter vivere in Abruzzo!
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